Ci chiediamo da tempo, se esistano, in Adolescenza, strategie educative e di intervento assolutamente efficaci e decisive, per favorire una libera e sana crescita ed uno sviluppo armonico della Persona; purtroppo, la risposta perfetta, per ora, non esiste; tuttavia, di certo, non è data da quell’esplosione nociva di apparente libertà insita nella proposta di liberalizzare l’uso della cannabis; che agevolerebbe, di conseguenza, l’utilizzo e la scusante alle diverse e multiformi sostanze stupefacenti, già inutilmente e dannosamente presenti, ad uso, detto, ricreativo sul libero mercato di oggi.
Ricordiamo che l’Adolescenza è un momento di trasformazione decisivo, nel corso della vita di ogni Persona; caratterizzato da grandi evoluzioni sul piano identitario, nella dimensione fisica, cognitivo-emotiva e relazionale, a cui si accompagna un’importante apertura al cambiamento; che si esprime con una vigorosa spinta ad espandere e rimodellare il proprio ambiente di vita familiare e sociale.
A tale fenomeno seguono la ricerca di novità e l’apertura alla sperimentazione; questo rende gli Adolescenti un gruppo particolarmente vulnerabile allo sfruttamento commerciale ed ad altre forme di influenza malsana e turbativa dei loro delicati equilibri personali, in sensibile ed imprevedibile evoluzione; da cui può esitare un conseguente possibile disagio a carattere temporaneo, permanente e/o intergenerazionale; legato, ugualmente, ad alti rischi di sviluppare malattie non trasmissibili (NCD). Il fumo di sigaretta, ad esempio, già è causa dell’80% dei tumori polmonari e di altre forme tumorali fumo-correlate (es. cavo orale, laringe, vescica,…) e di patologie cardiovascolari. Non serve, in un’ottica sensata di prevenzione sanitaria, implementare il consumo di una ulteriore sostanza, comunque, patogena, vedi la cannabis.
Gli Adolescenti aspirano ad un futuro possibile dopo tante false promesse – di inclusione, sviluppo ed opportunità di crescita – fatte loro dal mondo adulto, ad ora vergognosamente non realizzate.
Ad ora si cerca, forse, quale possibile soluzione il drogare la sofferenza dei giovani, arrabbiati, senza futuro e senza speranza, con una impietosa anestesia chimica; al fine di alleviare il loro “Non senso” della vita – indotto dalla effimera e volatile civiltà dei consumi – e non da meno, la loro vivida condizione di sofferenza all’apparenza inconsolabile.
Il mondo adulto, che ama definirsi, politicamente ed economicamente corretto, ha rubato ai Giovani i loro sogni più genuini e personali; le prospettive di costruirsi una posizione personale, una famiglia; tutto costa troppo ed è inaccessibile ai più. Si vuole rendere, dunque, la droga la solo risposta democratica; forse per tentare di annullare definitivamente ogni forma di giovane pensiero libero, logico, valoriale, progettuale? ogni possibile manifestazione, magari, di dissenso verso un sistema disumano Business-Driven; in cui la Persona non vale; conta solo il Target chiamato Consumatore globale?
Non servono altre dannose fabbriche delle illusioni. Si rende necessaria a favore dei Giovani una risposta in termini di possibilità ed accessibilità alla realizzazione concreta di un reale progetto di vita.
Non servono le reiterate elemosine di Stato, con la conseguente policroma epidemia, a pioggia, dei bonus; manca completamente, a questo modo di fare politica, un solido quadro progettuale, valoriale ed etico di riferimento. Il relativismo soggettivista, disgregante, non favorisce la crescita della Persona, ma ne distrugge le fondamenta originali; in una sorta di inarrestabile, delirante e solitaria implosione; le conseguenze altamente negative risultanti da queste politiche, sono già ben visibili nella nostra povera società evoluta di oggi.
Percorrendo le vie assurde descritte da un concetto astratto di libertà assoluta, si sfocia inevitabilmente in una forma di caos legalizzato, in cui i Giovani si perdono inconsapevolmente, trascinati dalla corrente mainstream; che sbandierando un’indefinita idea di libertà li abbandona poi alla deriva, nella fluidità, verso un’inevitabile autodistruzione.
Si stagliano, ormai, incontrastati, interessi politici di parte, ed interessi economici dall’altra – a livello locale e globale – che premono per realizzare una società full drug dependent; sotto le cui spoglie si nasconde un malcelato intento, Orwelliano, di creare forme sempre più raffinate e globalizzate di controllo e manipolazione, a livello nazionale e sovranazionale.
Legalizzare la droga, la cannabis, appare, sempre più, come un deliberato attentato alla Salute mentale e fisica, pubblica e privata; che danneggia in modo consapevole, e selettivo, le categorie più fragili ed esposte al rischio di manipolazione; quali sono gli Adolescenti ed i soggetti in condizioni di vulnerabilità mentale transitoria o permanente; o data da condizioni evolutive difficili; avverse alla realizzazione personale e/o all’integrazione sociale nella cultura di appartenenza o straniera di arrivo.
Vediamo da anni, dal vivo, nella pratica clinica quotidiana, come fasce sempre crescenti di Giovani immigrati o seconde generazioni, pure adottati, siano sempre più travolte da questa strisciante Chemical Pandemia.
Il naturale bisogno di aggregazione nel mondo giovanile non può esprimersi in una fratellanza chimica universale, che faccia condividere la sola esperienza del nulla e dell’evasione dalla realtà, a cui, di norma, segue il consueto fallimento personale e la marginalità sociale; dove regna una totale assenza di aspirazioni umane, progetti grandi e validi per un remoto futuro.
Vi sono, ormai, dati inconfutabili, nella letteratura scientifica ufficiale, e parimenti nella cronaca, che indicano come al progredire del consumo di sostanze stupefacenti corrisponda un aumento esponenziale dei disturbi mentali, comportamentali e dell’adattamento sociale; a cui si associano spesso fenomeni delinquenziali di variegata natura ed inaudita violenza e gravità.
Legalizzare la droga, la cannabis: si tratta di un deliberato attentato alla salute pubblica e privata a scopo utilitaristico, promosso da classi di interessati (stakeholders) – le finalità del loro Business Plan sono dichiarate da tempo e di pubblico dominio – sono finalizzate ad aumentare i propri consensi e/o i proventi, con interessi ed utilità di variegata natura – sottacendo i gravi danni, attuali e prospettici che ricadrebbero su una collettività inerme – questa volta in una pretesa condizione di legalità, grazie alla quale meglio si potranno esprimere gli intenti deviati di tale richiesta di legalizzazione.
Poniamo attenzione al fatto che con l’espressione “legalizzata” si può indurre l’errata convinzione che tale droga, la cannabis, non sia dannosa; anzi, possa avere anche effetti benefici, visto che per tale sostanza è stato richiesto un profilo di legalità.
A questo conseguirebbe, quale effetto, una spropositata apologia in difesa dell’asserito “diritto di produzione, vendita ed acquisito”, che potrà avvalersi a suo favore di tutte le forme legali proprie e legittimate; al fine di promuovere una sua ulteriore affermazione e propaganda, in ogni modo, luogo e tempo immaginabile e possibile.
Ne potrebbe conseguire, in tal modo, una forma palese e autorizzata di istigazione al consumo di sostanze stupefacenti, rivolta a tutti; particolarmente, al Target preferenziale, ovvero i soggetti Giovani, dunque più fragili e vulnerabili; specialmente se Minori, immigrati, in difficoltà o marginali. In tal senso, emerge grave, anche il problema in chi si sposta da noi da un altro paese e si trasferisce prima o durante l’Adolescenza; in quanto presenta maggiori probabilità di adottare le abitudini dannose del paese ospitante; e vista la paventata liceità dell’uso di sostanze stupefacenti, la cannabis in particolare; di conseguenza si presenterà per loro una doppia vulnerabilità sul piano Psico-Sociale; questo possibile fallimento educativo non favorirà di certo una loro vera integrazione qui in Italia.
Le dinamiche soggiacenti descrivono, sempre meglio, come l’autonomia, l’approvazione dei pari e le norme, dette comuni, siano diventate sempre più importanti nel condizionare le scelte degli Adolescenti.
Quali scelte libere, dunque, possono fare?
Sarà essenziale, pertanto, realizzare una progettualità protettiva per gli Adolescenti; sviluppare politiche che riflettano genuini bisogni ed ideali umanamente condivisibili; che siano realmente sane e costruttive; non esaltatrici delle aree di disagio personale, del disadattamento o demolitive dei loro precari equilibri personali.
Spalancare le porte all’utilizzo della droga, la cannabis, non è promozione della salute mentale e fisica, neppure rispetto della Vita nella sua integralità.
Chi proteggerà questi Adolescenti dalle loro fragilità evolutive e dagli assalti malevoli di un mercato disumano? non di certo una legislazione potenzialmente permissiva e, visti i presupposti, colpevolmente compiacente.
La lotta alla droga, alla legalizzazione della cannabis in questo caso, sia riconosciuta, sempre, come una sfida sociale ed esistenziale per la salvaguardia della Vita e della salute a livello personale e collettivo.
Brescia,15.08.2022 Lionello Tabaglio
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