Dietro gli stupri c’è anche la piaga del corpo come merce

Decenni di indottrinamento culturale per cui il sesso è un‘attività paragonabile al mangiare, bere, lavarsi e appagare qualsiasi pulsione o desiderio senza un riferimento ad un ordine morale che impone decenza, fedeltà, riservatezza, donazione e non appropriamento, sacrificio e continenza, è il vero Male che sta provocando tante povere vittime.

di Massimo Gandolfini

Nasce a Roma il 31 agosto del 1951 Nel 1977 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano con il massimo dei voti e lode. Nel 1981 si specializza in Neurochirurgia, sempre a Milano, e nel 1991 in Psichiatria, presso l’Università Statale di Brescia. Dal 1997 dirige il Dipartimento di Neurochirurgia-Neurologia di un ospedale bresciano. Fa parte del Cammino Neocatecumenale. Padre di 7 figli adottati. Presidente dell’Associazione Family DAY.

31 Agosto 2023

Pubblichiamo per gentile concessione del quotidiano “La Verità”

Il drammatico incremento di episodi di violenza sulle donne, di femminicidi, di abusi sessuali su minori, di sesso estremo e violento che spinge fino all’omicidio della vittima non possono e non devono essere derubricati come semplici fatti di cronaca che da sempre accompagnano la storia dell’umanità. Quasi non passa giorno che veniamo annichiliti da fatti efferati di stupro, di torture sessuali, di amori “malati” che pretendono il possesso totale dell’altro, fino ad annientarne la vita.

Giusto che l’opinione pubblica sappia, che sia informata, che venga coinvolta in un’opera di totale esecrazione e condanna; giusto chiedere pene durissime; giusto invocare misure di sicurezza più organizzate e sicure … Giusto. Ma non sufficiente, se tutto si ferma a questo livello. La malattia, il cancro sociale, il mostro culturale che porta a questi atti di efferata violenza legata al sesso è molto più profondo, pervasivo, in grado di sovvertire la radice stessa dell’essere umano. Bisogna avere il coraggio (e l’umiltà) di riconoscerlo ed ammetterlo: decenni di indottrinamento culturale – oggi tragicamente potenziato dai social – per cui il sesso è una mera e semplice attività dell’essere umano, paragonabile al mangiare, bere, lavarsi e appagare qualsiasi pulsione o desiderio, slegandolo da qualsiasi riferimento ad un ordine morale che impone decenza, fedeltà, riservatezza, donazione e non appropriamento, sacrificio e continenza, questo è il vero Male che sta provocando tante povere vittime. Non si tratta di affrontare e gestire un’emergenza di sesso violento.

Si tratta di fare ogni sforzo per estirpare alla radice la mala pianta della perversione che mette i corpi femminili sul piatto del miglior offerente. Pensiamo alla pornografia, pensiamo alla dolorosissima piaga della pedopornografia e della pedofilia; pensiamo a tutti i film e filmetti in cui il nudo femminile è usato per far cassa, pensiamo alle tante donne il cui corpo viene “comprato” per stimolare ogni perversione e soddisfare ogni indecenza dell’acquirente; pensiamo a quanto vengono irrise oggi parole come “pudore” o “castità”. Nel 1968, osservando la rivoluzione sessuale in corso, il filosofo americano Will Durant, nelle sue “Lessons of History” scrisse: “Il sesso è un fiume di fuoco che deve essere incanalato in un centinaio di restrizioni, altrimenti porta al caos sia l’individuo che la società”. Parole profetiche, alla luce di quanto è ogni giorno sotto i nostri occhi.

Se continuiamo a cercare di abbassare la febbre e non curiamo l’infezione che sta devastando il nostro corpo, non guariremo mai e chi verrà dopo di noi non avrà neppure quei pochi anticorpi che oggi ci consentono di avere ancora un po’ di sapienza per condannare tanta malvagità. Nel 2020, in California, si è discusso un disegno di legge che ridurrebbe le sanzioni per gli adulti che hanno rapporti sessuali con un figlio minore volontario, se l’autore del fatto si trova entro una differenza di dieci anni dall’età della vittima. In aggiunta, spetta al giudice decidere se un adulto che ha “penile- vaginal intercourse” con un minore può essere considerato un “sex offender” o meno.

Tutti abbiamo il dovere di fare un profondo esame di coscienza: quei “poveri disgraziati” della violenza di gruppo di Palermo, e maggior ragione quella cara ragazza violentata, sono a loro volta le vittime di una cultura diffusa e perversa che insegna a non porre alcun limite ad ogni piacere, soprattutto se sessuale.

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