“Come volevasi dimostrare, il pride dell’Umbria ha dato sfogo ancora una volta a tutta la sua carica di menzogne, pregiudizi e odio ideologico. Nel comizio a margine della manifestazione è stato chiamata in causa la nostra Associazione, invitandola a proteggere i bambini dai parroci che cercano di mettere le mani nelle loro mutande” afferma il leader del Family Day Massimo Gandolfini.
“La Tesei e la giunta regionale umbra aprano gli occhi una volta per tutte e facciano ammenda per aver finanziato e sostenuto una manifestazione apertamente politica, che rivendica pratiche illegali in Italia come l’utero in affitto e la poligamia, che fomenta odio contro chi non la pensa come loro e che getta fango sulla Chiesa, ferendo la sensibilità dei fedeli in quel territorio umbro che è stato la culla di alcuni dei più grandi Santi della storia dell’umanità.
“Non possiamo fare a meno di pensare con orrore a quei bambini trascinati in una manifestazione in cui si sono viste, come spesso accade, sconcezze ben oltre il limite della decenza per le quali ci chiediamo di che cosa si possa essere ‘orgogliosi’, aggiunge.
“Non resteremo mai inermi davanti a questi attacchi e alla complicità delle istituzioni. Dalle urne alle piazze, fino ai tribunali sapremo difendere la verità” conclude Gandolfini.
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