“Riteniamo opportuna e utile la legge approvata nello Stato americano dell’Alabama che vieta la transizione di genere tramite ormoni o intervento chirurgico prima dei 19 anni. Lo stesso provvedimento vieta inoltre la discussione sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere per gli studenti dalla scuola materna fino alla quinta elementare” afferma il leader del Family Day Massimo Gandolfini.
“Si tratta di misure dettate dal buon senso e che permettono di affrontare nell’età più opportuna il tema delicato della disforia di genere, che non deve essere oggetto di controversi corsi scolastici dal sapore ideologico ma piuttosto di attente valutazioni mediche e psicologiche fatte caso per caso. La cautela è dettata anche dalle esperienze dei Paesi dove sono state intrapresi percorsi di transizione sui minori accompagnati da una martellante propaganda gender nelle scuole. Ebbene in questi laboratori di massa delle gender policy, come Regno Unito e Svezia, si è verificato un abuso delle diagnosi di disforia di genere e molti minori sono stati sottoposti a trattamenti ormonali e interventi chirurgici invasivi e irreversibili”, prosegue Gandolfini.
“Nella sola Gran Bretagna si è verificata una vera e propria epidemia di transizioni tra i minori, che sono passate dalle 97 nel biennio 2009-10 alle oltre 2500 nel biennio 2017-18. Il risultato di queste politiche che relativizzano il sesso biologico e spingono al riconoscimento acritico di una self-id è l’aumento indiscriminato di casi di disforia di genere e di persone giovanissime che chiedono transizioni. Non è un caso che sia il governo di Londra sia quello di Stoccolma abbiamo preso provvedimenti sia a livello educativo sia giurisprudenziale per fermare questa deriva pericolosa. Da medico psichiatra ritengo che le persone effettivamente affette da disforia siano pochissime e che devono essere prese in carico e aiutate dallo Stato, ma le diagnosi devono essere poste in maniera attenta e dopo una lunghissima osservazione del singolo caso, perché la quasi totalità degli adolescenti fa i conti con forti fragilità che vengono poi superate con l’ingresso nell’età adulta.
La posta in gioco è troppo alta per concedere con leggerezza e superficialità ideologica terapie ormonali e interventi chirurgici irreversibili che possono devastare fisicamente e psicologicamente un ragazzo nella fase di strutturazione della propria personalità. Per questo motivo ci continueremo ad opporre a qualsiasi tentativo di introdurre nel sistema educativo italiano teorie controverse e prive di basi scientifiche, promosse da una minoranza organizzata e ideologizzata”, conclude Massimo Gandolfini.
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