“Il nostro plauso va al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, per la revoca del patrocinio al pride di Roma che è ufficialmente diventato, per volontà degli organizzatori, una manifestazione squisitamente politica. Il governo della Regione Lazio non è caduto nella trappola. Non si tratta infatti di una sfilata colorata, di un semplice evento di costume che omaggia l’orgoglio gay, ma di un’iniziativa politica con un manifesto programmatico diffuso pubblicamente, volto a promuovere e rivendicare pratiche che il centro destra contrasta a livello nazionale, come l’utero in affitto e l’eterologa per tutti (anche a single e coppie gay) pagati dalla sanità pubblica; controverse iniziative nelle scuole tese a rieducare i bambini e leggi bavaglio come il Ddl Zan che incidono sulla libertà di opinione e che sono state bocciate in parlamento anche da settori della sinistra italiana”, spiega il leader del Family Day Massimo Gandolfini.
“Gli elettori hanno mandato a casa la vecchia giunta Zingaretti perché chiedono un cambio di passo anche su queste politiche e vogliono che fino l’ultimo centesimo di euro sia speso per azioni concrete per la sanità, le famiglie e i giovani e non per finanziare iniziative controverse e divisive. D’altra parte siamo in democrazia e sarà sempre garantito ai movimenti che organizzano il pride – che non rappresentano tutti gli omosessuali – di sfilare per le strade delle città italiane e di avanzare le loro richieste sul fronte legislativo ma chiedere il sostegno incondizionato delle istituzioni è tutt’altra cosa e non può essere dato per scontato o come un atto dovuto”, conclude Gandolfini.
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