“Il suicidio assistito è una scorciatoia che giustifica disinvestimento nella cura e nell’assistenza della persona malata. Con queste parole i vescovi del Triveneto hanno lanciato un duro monito verso la deriva eutanasica che hanno intrapreso alcuni servizi sanitari regionali del Nord-Est. Come Family non possiamo che essere grati a questi Pastori che guardano all’ecologia integrale della persona e si oppongono alla società dello scarto che abbandona anziani, disabili e malati”, così leader del Family Day commenta la nota diffusa ieri dai Vescovi e la Commissione regionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale del Triveneto.
“I Vescovi mettono al centro del loro contributo la questione antropologica, la dignità della vita umana e denunciano anche i risvolti pratici di queste fughe in avanti delle istituzioni locali che, sostituendosi al legislatore nazionale, creano un caos normativo che favorisce ‘una sorta di esodo verso le Regioni più libertarie’. Da medico posso sottoscrivere le parole dei presuli del Triveneto e posso dire che non esiste alcuna richiesta di morte da parte di malati a cui sono garantire le cure e la prossimità dei parenti e del personale sanitario. Ogni sforzo deve andare nella direzione del sostegno alle famiglie e alle strutture che concorrono nell’assistenza, soprattutto quella domiciliare. Quindi, i governatori di Veneto e Friuli Venezia Giulia e i presidenti delle provincie autonome di Bolzano e Trento pensino a garantire il diritto alla cura piuttosto di allargare le maglie giuridiche per ottenere la morte”, conclude Gandolfini.
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