Grazie donna!

Il 25 novembre, è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un fenomeno di violenza che vede morire una donna ogni tre giorni solo in Italia

di Mariagrazia Sarno

Mariagrazia Sarno laureata in Psicologia clinica presso la seconda università degli studi di Napoli, specializzanda in neuroscienze comportamentali: prevenzione, neuropotenziamento e neuroriabilitazione. mi occupo di progetti per preadolescenti e adolescenti in ambito educativo e scolastico; di sostegno alla genitorialità; di supporto alla figura del caregiver in ambito delle malattie neuro -degenerative; di supporto psicologico all'ammalato e al caregiver nell'ambito delle cure palliative.

25 Novembre 2022

Dalla Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993):

E’ violenza: qualsiasi atto, che o comporta, una sofferenza sessuale, psichica o psicologica, o qualsiasi forma di sofferenza della donna, comprese le minacce di tali sofferenze forme di coercizione o forme arbitrarie di privazione della libertà personale, sia che si verifichino nel contesto della vita privata, sia di quella pubblica.

Il 25 novembre, è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un fenomeno di violenza che vede morire una donna ogni tre giorni solo in Italia.

Baldry (2006) definisce la violenza sulle donne: una serie di condotte che sia nel breve che nel lungo termine possono comportare un danno fisico, psicologico ed esistenziale. Le tipologie di violenze sono: Violenza fisica – maltrattamenti o intimidazioni fisiche esercitate sull’atra persona. Violenza sessuale – imposizioni di pratiche sessuali contro la volontà della vittima. Violenza verbale, psicologica o emotiva – l’insieme degli atteggiamenti intimidatori, minacciosi denigratori messi in atto da parte del partner, che possono portare all’isolamento della vittima, alterandone la capacità critica della realtà. Violenza economica – ogni forma di privazione che limiti d’indipendenza della persona. Violenza domestica – una tipologia di violenza che sfocia in un modello comportamentale abusante cronico e continuo. Stalking – comportamenti persecutori e ossessivi, volti a spaventare la vittima, tramite ripetuti comportamenti verbali e scritti.

Violenza legata a pratiche relazionali – matrimonio forzato, mutilazione genitale femminile. Complesse sono le dinamiche di violenza sulla donna, la teoria criminologica di L.Walker individua alla sua radice una ricerca di controllo, che secondo Walker si manifesta in un ciclo di abuso che si distingue in quattro fasi:

1. Crescita della tensione, fase in cui qualsiasi cosa faccia la compagna, l’abusante si infastidisce.
2. Fase dell’esplosione, in cui accade “l’incidente” perdita di controllo, si presenta la violenza
3. Fase delle scuse, in cui l’abusatore, scaricando la responsabilità sulla vittima chiede riconciliazione
4. Fase della luna di miele, in cui l’abusatore spaventato dal poter perdere la compagna cerca riconciliazione attraverso frasi d’affetto, regali, il ritorno del principe azzurro.

Oggi assistiamo ad un analfabetismo psicologico della psiche da parte dell’umanità, ad una non sufficiente conoscenza di esso, per utilizzare una metafora contemporanea l’archivio psichico dell’individuo assume programmi infetti, disfunzionali, che andranno ad elaborare un sistema di credenze che influirà su desideri, sentimenti, decodifica di essi, su azioni verbali e non verbali, dunque sul suo comportamento. L’individuo si comporterà come un pilota automatico infettato da virus. Caratteristiche principali dell’analfabetismo psicologico sono una mancata conoscenza della psiche, mancata consapevolezza delle credenze tossiche e della intercorrelazione tra equilibrio psichico e relazionale.

Dunque è importante porsi una domanda, per poter operare un miglioramento sociale: qual è la fonte primaria delle informazioni e credenze relazionali? La risposta è la famiglia. La famiglia è il luogo, il primo ambiente che l’essere umano vive, sperimenta e vede con i propri occhi e con cui si rapporta. La violenza sulle donne è espressione di una mancata consapevolezza che la conoscenza della psiche è accessibile a tutti e che l’indifferenza è un disagio psicologico, che può generare un processo di reificazione e dunque sfociare in violenza.
Strumento di valida prevenzione alla violenza sulle donne è la promozione di un’ educazione alla conoscenza e alla denominazione dei sentimenti, all’importanza ed unicità dell’individuo nella sua natura alla promozione di “lezioni d’amore” per favorire relazioni reali che permettano il declinarsi dell’amore in rispetto, sensibilità e complicità. Dall’amore non si arriva all’odio.

Per concludere questa mia riflessione, su un tema così importante e di attuale urgenza propongo alcuni passi della ” lettera alle donne” di San Giovanni Paolo II (1995) che spero possano agire come un efficace antivirus nel nostro archivio psichico, diffondendo una credenza edificante:

“Grazie a te donna che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale, le ricchezze della tua sensibilità della tua generosità, della tua intuizione e della tua costanza. Grazie a te donna che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia, nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, che ti fa guida dei suoi passi, sostegno nella sua crescita e nel cammino della vita.”

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    Chiara Iannarelli indica quel contributo specifico che solo le donne possono offrire nel perseguimento del bene comune, ovvero la capacità di “gestire la complessità, di accogliere e fare sintesi anche delle sfumature più nascoste di una determinata questione”, non meno importanti sono “le capacità relazionali” e “l’attitudine a superarsi continuamente, a gettare il cuore oltre l’ostacolo senza chiedere alcun tornaconto personale”

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