Nella 36a Giornata Mondiale contro la droga, il Governo italiano ha scelto di organizzare un eccellente convegno, le cui parole d’ordine sono state “prevenire, informare e educare, curare e recuperare”.
Sono stati coinvolti uomini e donne delle istituzioni, a cominciare dalla Presidente Meloni e dal Sottosegretario Mantovano, personaggi dello spettacolo e dello sport, Max Giusti, il ct Roberto Mancini e la campionessa olimpica Arianna Fontana, alla presenza di numerosi rappresentanti del grande mondo della lotta alle dipendenze. Tante competenze, tante esperienze, tante specificità, ma una sola voce: contrasto totale a tutte le droghe, dalla cannabis in su.
Tutti noi presenti abbiamo fatto nostre le parole della Presidente: “Non vogliamo lavorare per gestire il disagio, vogliamo lavorare per impedire il disagio di ogni persona e ogni famiglia”. Dopo anni di indifferenza (basti pensare che per ben undici anni non si è celebrata una giornata come quella di oggi!) e di furore ideologico su “droga libera scelta”, si sta tornando a mettere al centro la PERSONA, ogni persona, con i propri desideri, dolori, disagi che attendono attenzione e presa in carico.
Specialisti americani hanno descritto il desolante panorama degli stati in cui si è legalizzata la cannabis. Una ragione in più, se mai ce ne fosse bisogno, per confermarci nella nostra poisizione: chiusura totale ad ogni forma di liberalizzazione e forte impegno per fermare le derive che, purtroppo, sono già in atto. Davvero l’atmosfera è cambiata: dopo anni di ideologia disumana mascherata di lotta alle mafie, si torna a parlare di persone e famiglie fragili e sole, che hanno grande bisogno di aiuto e solidarietà.
Giorgia Meloni ha concluso citando Papa Francesco e la “cultura dello scarto”: nessuna persona deve essere considerata “scarto” e se di scarto si vuole parlare, questo è solo e sempre la droga. Chiarezza senza ambiguità.
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