Per gentile concessione de “Il Giornale di Brescia”
Sabato 21 maggio, a Roma, si terrà una grande “Manifestazione per la Vita”, convocata da più di cento associazioni di tutta Italia, sotto il motto “Scegliamo la Vita”. Le motivazioni che hanno spinto ad organizzare questo grande evento pubblico sono molteplici, ma le possiamo sintetizzare in alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto – alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi anni nel nostro Paese, ove la “cultura dello scarto”, come la definisce Papa Francesco, sembra avanzare senza ostacoli, dalla promozione dell’aborto chimico alla legalizzazione della “morte volontaria medicalmente assistita” – si sente forte il bisogno di riaccendere la speranza, la speranza nella vita, la speranza in una nuova storia che metta al centro il diritto alla vita. Senza diritto alla vita, primo e fondamentale diritto di ogni società civile, l’intero castello dei diritti umani crolla, producendo quella cultura della morte che sta mietendo vittime innocenti nel nostro Paese e nel mondo intero.
Le cifre di questa condizione che, senza esagerazione alcuna, possiamo definire “strage” sono davvero impressionanti. Si è, giustamente, parlato di strage in riferimento alla Pandemia COVID 19: sei milioni di morti nel biennio 2020/2021 in tutto il mondo. Ma non meno raccapriccianti sono i numeri che ci descrivono la condizione dell’aborto nel mondo: nel solo 2021 (un solo anno, non un biennio!), sono stati 73 milioni (139 al minuto!) i bimbi uccisi nel seno materno. Un sentimento di vergogna ed indignazione non può non nascere in chiunque affronti – con lucidità e razionalità, al di là del credo religioso – quest’argomento. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma con forza che il diritto alla vita di ogni “membro della famiglia umana” è la condizione fondamentale per la costruzione della “libertà, della giustizia e della pace”. E la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (1959) completa l’affermazione, aggiungendo che il bambino, considerata la sua condizione di particolare “fragilità”, ha diritto ad essere centro di ogni attenzione “sia prima che dopo la nascita”.
Fa davvero male constatare che a queste nobili affermazioni non fa per nulla riscontro la realtà delle leggi pro-aborto e pro-eutanasia, anche nel nostro Paese. Per questo è necessario che tante mamme, papà, nonni, bambini diano pubblico riscontro della loro presenza in difesa della vita, di ogni vita, manifestando la bellezza e la dignità di ogni vita umana, nelle sue mille specificità. Con una particolarissima attenzione alle vite più fragili, vulnerabili, considerate imperfette e “indegne di essere vissute”, poste dunque alla mercè dell’arbitrio del più forte e di quella falsa pietà che invoca per loro l’abbandono e la morte. Il nostro Paese, ferito da una denatalità più che preoccupante, con uno dei tassi di fertilità più bassi al mondo, dà proprio l’impressione di aver perso ogni speranza: nessuno sembra più voler scommettere sulla vita, investendo al contrario tempo e energie nella ricerca di una felicità egoistica, di un’ autodeterminazione che non conosce limiti e che sterilizza non solo (e forse non tanto!) la curva delle nuove nascite, quanto – purtroppo – la stessa umanità che portiamo iscritta nel cuore, senza peraltro mai raggiungere l’agognata felicità. Come diceva il poeta tedesco Friedrich Holderlin, spesso “la nostra vita è un inferno, perchè abbiamo avuto la pretesa di farne un paradiso”.
Con questa manifestazione si vuole scuotere le coscienze, liberarle da questa oscura ombra di pessimismo contro la vita, lanciando a tutti una grande sfida: “Scegliamo la vita”. Scegliamo la vita nella scuola, nella politica, nei servizi sociali, nella sanità, nel sistema fiscale, nel mondo del lavoro: se davvero la nostra Italia vuole ripartire, DEVE ripartire dalla vita, dalla speranza nella vita, nascente e terminale. La morte è un’ineluttabile tappa che attende ogni vita: “accompagniamo” alla morte con calore umano e solidarietà; non “somministriamo” la morte come una medicina, come ci insegna Papa Francesco. Dunque, una manifestazione “PER” e non una manifestazione “CONTRO”, eccezion fatta per il “contro il diritto” all’aborto, perché l’aborto è un tragico doloroso evento, mai un “bene” tale da assurgere alla categoria di “diritto”.
Come disse Suor Teresa di Calcutta: “Fino a quando l’aborto sarà proclamato come un diritto, il mondo non avrà mai né giustizia né pace”. A Roma il 21 maggio brillerà la gioia di tante famiglie, con numerosi bimbi, con tantissimi colori, portando nel cuore il sogno che quell’evento diventi una miccia che accenda il fuoco della vita nel cuore di tutti.
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