LA CAMPAGNA ELETTORALE E IL VOTO DEI CATTOLICI

"L'imminenza delle elezioni comunali a Brescia, è occasione per una riflessione più generale da parte di Massimo Gandolfini"

di Massimo Gandolfini

Nasce a Roma il 31 agosto del 1951 Nel 1977 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano con il massimo dei voti e lode. Nel 1981 si specializza in Neurochirurgia, sempre a Milano, e nel 1991 in Psichiatria, presso l’Università Statale di Brescia. Dal 1997 dirige il Dipartimento di Neurochirurgia-Neurologia di un ospedale bresciano. Fa parte del Cammino Neocatecumenale. Padre di 7 figli adottati. Presidente dell’Associazione Family DAY.

6 Maggio 2023

Pubblichiamo per gentile concessione del quotidiano “Il Giornale di Brescia”

La campagna elettorale nella nostra città è ormai agli sgoccioli e i numerosi candidati espongono, a noi elettori, i loro programmi, con la speranza di catturare quanti più voti possibili. E, in contemporanea, accade sempre che si riapra la questione, tutt’altro che scontata, del ruolo dei cattolici in politica. Immagino che sarà considerato politicamente non corretto, ma vorrei accendere un riflettore su un paio di casi, particolarmente significativi sul piano umano, ma non solo, perché hanno un importante valore sociopolitico, accaduti in questi ultimi giorni.

Il giorno di Pasqua, presso la “culla per la vita” della Clinica Mangiagalli di Milano, veniva “abbandonato” – ma sarebbe più corretto dire “deposto e affidato” – un bimbo di nome Enea, che l’anonima mamma non poteva tenere con sé. Due giorni fa, 3 maggio, si è ripetuto questo evento: presso la “culla per la vita” della Croce Rossa di Bergamo, una bimba di quasi tre chili, veniva affidata a mani buone ed accoglienti, insieme ad un biglietto di accompagnamento che non può non commuovere chiunque. L’anonima mamma scrive: “Nata stamattina, 03.05.23. A casa, solo io e lei, come in questi nove mesi. Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre, dalla mamma. Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai”.

Due fatti di cronaca che riaprono il grande tema della difesa della vita, del diritto a nascere, del diritto ad avere una famiglia, del diritto che ogni bimbo ha di essere accolto in una società che pone ogni sforzo, ogni risorsa, ogni premura, ogni impegno perché nessun bimbo venga abortito, in particolare quando sono proprio i problemi economici – come cita testualmente l’articolo 5 della legge 194/78 – a spingere la mamma verso questa dolorosa soluzione. Certamente, i bimbi “salvati” attraverso le due possibilità a disposizione delle mamme – affidamento del bimbo attraverso il parto in anonimato o culla per la vita – non sono tanti e, purtroppo, quelli vittime dell’interruzione volontaria di gravidanza sono spaventosamente di più, per la responsabilità di una classe politica che in tanti anni (dal 1978 ad oggi!) non ha fatto nulla per finanziare un fondo di prevenzione dell’IVG.

Non si chiede la luna nel pozzo: si chiede di attuare il dettato di una legge che – guarda caso! – si denomina “tutela sociale della maternità”. Che c’entra tutto ciò con le elezioni comunali bresciane? C’entra eccome. Chi è cattolico, e vive in modo coerente, con la vita e il pensiero, il magistero della Chiesa, non può e non deve mai rassegnarsi al doloroso evento dell’aborto: i cattolici chiedono al futuro sindaco, con la sua giunta, di agire, per quanto loro compete, perché si sostengano le donne nel loro “diritto a non abortire”, utilizzando tutti gli strumenti economici, assistenziali, culturali perché anche un solo bimbo in più possa nascere, nella nostra bella città.

Patria e culla – vale la pena di ricordarlo – di San Paolo VI, grande apostolo della vita. Fondo economico del tipo “Progetto Gemma”, risorse per un fondo “Nasko” comunale, asili nido, culle per la vita, promozione di progetti educativi nelle scuole di competenza comunale in cui si insegni il grande valore della vita, con l’istituzione di una “Giornata per la Vita Nascente”, partecipazione alla rete nazionale “Amministratori per la Vita”: sono piccoli/grandi progetti, fattibilissimi e con costi tutt’altro che impossibili, la cui cifra è solo una: quando un bimbo nasce, nessuno ci perde. E, personalmente, ritengo che il “voto cattolico” non possa che andare in questa direzione.

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