Stimato Direttore,
in ordine al valore non solo morale, ma anche sociale e politico, dei principi non negoziabili (che vale la pena di ricordare, sono la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la famiglia in quanto società naturale fondata sul matrimonio, libertà e responsabilità dei genitori nell’educazione dei propri figli) è stato chiamato in causa Benedetto XVI, cioè proprio colui che ha definito quei principi. Con molta onestà, il tentativo di spostare Papa Benedetto nell’area di chi ritiene quei valori/principi come una variabile indifferente nella scelta politica, lo trovo palesemente strumentale.
Dunque, per chiarirci tutti, ma proprio tutti, le idee, la miglior cosa da fare è lasciare la parola alla soggetto in causa, Joseph Ratzinger: “ Quando l’azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l’impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine morale che riguarda il bene integrale della persona.
E’ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto , eutanasia, tutela e promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico, tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità” (Dichiarazione del Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger, controfirmata da S.S. Giovanni Paolo II). Se le parole hanno un senso, non ci può essere ombra di dubbio: al primo posto per ogni scelta di voto – partito o candidato – ci devono essere questi principi, “non negoziabili” per l’appunto!
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