A Venezia si è tenuto ieri 21 giugno il Seminario Internazionale “Drug Prevention and Youth” per un confronto sulle politiche e strategie di contrasto alla dipendenza da stupefacenti, ma non solo.
Erano presenti autorevoli rappresentanti del nostro Governo, ministri, viceministri e sottosegretari, insieme ai rappresentanti di 31 nazioni, esperti medici, giuristi e responsabili di strutture di recupero e riabilitazione di soggetti tossicodipendenti. Ad una sola voce si è dichiarato che non esistono droghe leggere e droghe pesanti e, dunque, il contrasto ad ogni tentativo di legalizzazione/liberalizzazione deve essere assoluto.
Le statistiche e i numeri sono impressionanti e, dunque, il lavoro di prevenzione, informazione corretta e formazione culturale e sociale è di urgenza assoluta. Con un’attenzione speciale verso i più giovani: l’età di approccio alla cannabis si aggira oggi intorno ai 12 anni. Le famiglie vanno aiutate e la scuola deve assumere un ruolo educativo di contrasto, evitando derive ideologiche in palese contraddizione con i dati scientifici di tutto il mondo.
Ho registrato con grande soddisfazione una concreta volontà di azione per salvare vita e salute dei nostri giovani. Voglio sottolineare il fatto che non si è levata una sola voce in favore della deriva, tutta ideologica, della cosiddetta “droga libera”. Il lavoro che abbiamo davanti è enorme: proprio per questo ognuno deve fare la sua parte e, tutti insieme, agire contro la cultura di morte che ogni forma di dipendenza porta con sé.
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